Sono lontani i tempi in cui il social di microblogging per eccellenza volava alto, proponendosi come principale alternativa al colosso di Mountain View.
Crisi, licenziamenti, cambiamenti più o meno forzati della piattaforma: nel bene e del male si continua a parlare molto del social network fondato da Jack Dorsey nel 2006, che il 21 marzo ha compiuto 10 anni ed è stato quasi “dato per morto” dal NY Times. Un bel modo di festeggiare.
Se da un lato, Twitter ha sempre fatto fatica a superare i confini di un pubblico circoscritto per via delle capacità di sintesi ed essenzialità che richiede, dall’altro ha saputo sfruttare le potenzialità di comunicazione in tempo reale legata ai grandi eventi e ai programmi tv, proponendosi spesso come potenziale “second screen”.
Tuttavia anche questo non basta: è di pochi giorni fa l’annuncio che il nuovissimo e dinamico Snapchat ha superato il passerotto blu (fermo a 140 milioni) sfondando quota 150. I 400 milioni di Instagram sono ancora più lontani, per non parlare di Facebook. In un mercato che punta sempre più sul visivo, con video e foto, a discapito della parola scritta, le ali di Twitter faticano sempre di più a spiccare il volo.
Come stanno reagendo Dorsey & Co per non mandare nel panico gli investitori?
Innanzitutto è di poco tempo fa la notizia che i link, le mention e i contenuti multimediali non saranno conteggiati nei 140 caratteri. “Più spazio alle parole”, insomma, come ha dichiarato il product manager Todd Sherman. In realtà anche più spazio al multimedia, diremmo noi. Per competere con Snapchat & Co il visual è fondamentale, non sappiamo quindi se utenti e aziende saranno contenti di poter dare più spazio al testo oppure saranno finalmente felici di non dover più rinunciare alla foto o alla mention.
Twitter si sta inoltre muovendo anche sul lato video: è in funzione di test una nuova “scorciatoia” per avviare live streming Periscope direttamente dal menù interno senza dover passare da un’applicazione all’altra, tramite un tasto “Go Live”. Con Facebook sugli scudi, i due social uniscono le forze per dire la propria nell’ambito del live streaming, che si sta affermando sempre più prepotentemente.
Riuscirà quindi Twitter a risollevare le proprie ali senza perdere l’identità che ne ha decretato la forza in passato e che lo rende comunque il social più amato da una “nicchia” di pubblico con esigenze molto specifiche? Chi volerà vedrà.
Nel frattempo, non tarpiamone le ali e continuiamo a twittare.
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