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L’abito non fa il Festival, però aiuta. Viaggio alla scoperta dei loghi di Sanremo dal 1990 a oggi.

di Andrea Gaetani -
in Curiosità il 05 Febbraio 2016

Ogni anno si fa un gran parlare del Festival di Sanremo, principalmente perché a ogni edizione il Festival ha la capacità di sembrare un evento sempre diverso, pur essendo sostanzialmente uguale a se stesso da oltre 60 anni.

Per risultare attraente agli occhi del grande pubblico, il Festival cerca sempre di rinnovare la propria formula e la propria immagine, presentandosi con una veste nuova in ogni edizione. Anche il logo del Festival ha subito molte trasformazioni. Vi proponiamo un viaggio alla scoperta dei loghi del Festival più interessanti, partendo dal 1990 fino ad oggi, tralasciando i loghi del periodo antecedente, a causa della loro difficile reperibilità.

1990 – Dio delle cittààààààà!

1990

Un logo decisamente retrò, con un’anima artistica, per celebrare i 40 anni del Festival. A vederlo oggi, potremmo dire che sembra ancor più vecchio dell’età che ha. A vincere quell’edizione del Festival furono i Pooh, con Uomini Soli, ma la cosa veramente da ricordare è l’ospitata di Ray Charles. Insomma, con tutto il rispetto per i Pooh, Ray Charles a Sanremo non è una di quelle cose che capita tutti gli anni.

1994 – Minchia Signor Tenente

1994Per il 1994 il Festival sfoggia un logo dal mood romantico: la “S” va a formare il profilo di un cigno, che racchiude in pancia l’annata della kermesse. In primo piano e sullo sfondo abbondano elementi floreali, da sempre simbolo della rassegna. In primo piano è delineato il profilo di un balcone dal gusto antico, con una rosa al centro. Il tutto, possiamo dirlo, fa molto 1994. In quell’anno nacque Sanremo giovani, fucina di talenti sempre assai discussa e controversa. Vince Aleandro Baldi con Passerà, ma quello è l’anno di Signor Tenente, con un grande Giorgio Faletti sul palco dell’Ariston.

1995 – San Pippo aiutaci tu

1995

Il logo di Sanremo ’95 dà l’idea di uno di quei festival estivi molto pop, solo con più fiori. Il CD conquista il logo del Festival, dopo aver conquistato i cuori di tutti, soprattutto di chi in quegli anni diventava discepolo dell’oscura arte della masterizzazione. Pippo Baudo salva un uomo dal suicidio e lancia una novità che poi negli anni diventerà consuetudine: la coppia “valletta bionda – valletta mora”. Vince Giorgia.

2000 – The Millennium Festival

2000Ed eccoci al 2000, celebrato con un’immagine in pieno stile Capodanno del nuovo Millennio. Il vecchio e il nuovo si incontrano alla conduzione del Festival, affidata a Fazio ma con Luciano Pavarotti come “spalla”. Vincono gli Avion Travel.

2010 – Back To the Future

2010

Il logo del Festival 2010 sembra la schermata d’inizio di un videogame futuristico in cui delle astronavi si sfidano in incredibili corse nello spazio. Si tratta di un notevole salto nel futuro, perché in questo logo non si ritrovano degli elementi dal gusto retrò, che invece spesso erano presenti nelle immagini delle precedenti edizioni (fa eccezione il font scelto per la dicitura “Festival della canzone italiana). Tutto sbrilluccica per la 60esima edizione di Sanremo, le forme ellittiche del logo richiamo la forma dell’ascensore che, sul palco dell’Ariston, sostituisce la classica scalinata. Un festival “di rottura”, insomma. Presenta Antonella Clerici, ci sono i primi segni di ribellione di un’orchestra che sempre meno vuole fare da contorno al Festival, vince Valerio Scanu.

2016 – Gusto contemporaneo

2016

Sanremo 2016 sta per iniziare e, man mano che ci si avvicina al 9 di Febbraio, la marea delle conversazioni Social intorno al Festival va ingrossandosi. Il logo del Festival sembra disegnato per dare nuova speranza a chi vorrebbe un Sanremo diverso, magari più trasversale, rinnovato: il nome “Sanremo” è inscritto in una placca di simil-acciaio, su sfondo nero, con una luce alle spalle, come a simboleggiare l’alba di una nuova era.

Sarà veramente così? Ai critici l’ardua sentenza. Il pubblico, invece, potrà godersi il Festival comodamente dal proprio divano di casa… E voi, siete già pronti a commentare su Twitter la prima gaffe che andrà in onda sul palco dell’Ariston?

 

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