L’era del web 2.0 ha dato una grande possibilità alle persone, quella di esprimersi liberamente avendo la stessa visibilità di un grande brand o di un VIP, acquisendo notorietà e consensi grazie al valore delle proprie opinioni e diventando nel migliore dei casi molto influenti per un vasto network di persone.
Questo “passaggio storico” ha senza dubbio sconvolto le dinamiche di relazione tra aziende e consumatori…si perché, questi piccoletti che spendono denaro sui prodotti, hanno preso l’abitudine di parlarne anche in rete, ma soprattutto (del tutto a fin di bene) di mettere in guardia altri consumatori nel caso in cui le loro aspettative non fossero del tutto soddisfatte.
Ma c’è di più, quello che ancora non tutti sanno (o che ancora ignorano), è che in realtà è proprio questa buona abitudine degli utenti di scrivere bene o male su prodotti o servizi acquistati, a poter semplificare di molto la vita dei brand.
Tutte queste opinioni, un tempo raccolte attraverso onerose indagini di mercato a inibiti intervistati, sono adesso tutte tracciabili, spontanee e sparse tra social network, forum, blog, siti di Q&A e di review.
Aspettano solo di essere lette e interpretate come una chiave per risparmiare risorse e denaro in inutili investimenti per una comunicazione sbagliata e lontana dalle reali esigenze dei consumatori.
Cogliere l’opportunità di iniziare un’attività di ascolto del passaparola sulla rete prima, durante e dopo un’iniziativa di Digital PR o più genericamente di comunicazione può fare la differenza.
Ecco 10 buoni motivi per farla:
- Monitorare la propria reputazione online, ovvero capire cosa realmente gli utenti pensano di una marca, di un prodotto o di una tematica.
- Mappare il territorio (fonti verticali e generaliste) in cui nascerà e si diffonderà il nostro messaggio.
- Conoscere, individuare e coinvolgere influencer e ambassador della nostra comunicazione.
- Studiare le dinamiche relazionali proprie del nostro target
(Su quali fonti parlano? Relativamente a quali temi? Quali sono le domande più frequenti tra utenti?). - Analizzare le strategie e le attività dei nostri competitor.
- Individuare nuovi trend e cogliere le opportunità di Real Time Marketing.
- Evitare crisi reputazionali o intervenire in tempo e opportunamente per limitare il passaparola negativo.
- Profilare l’ audience a cui rivolgersi.
- Coinvolgere e supportare gli utenti più fedeli o i più esigenti.
- Ultimo ma non per importanza: misurare il ROI di un’attività specifica sul web (croce e delizia degli sforzi compiuti).
L’attività di Social Media Listening può in sintesi rivelarsi una luce nella fitta rete di relazioni del web, presidiare il passaparola online significa essere presenti in un panorama in cui sono gli utenti il vero timone delle conversazioni che ci riguardano, e non il contrario.
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