• Chi Siamo
    • La nostra storia
    • Vision
    • Persone
  • Servizi
  • Clienti
    • I nostri clienti
    • Portfolio
    • Zero Budget?
  • Blog
  • Press
  • Contatti
Hub09 Brand People

Social da morire. Vita e morte in Rete, per i miracoli ci stiamo attrezzando

di Alice Maccario -
in Social & Marketing il 10 marzo 2015

Lo diceva già Aristotele, un paio di millenni fa: “L’uomo è un animale sociale”. Non c’è da stupirsi, allora, del successo che nell’ultimo decennio hanno avuto gli spazi sociali online: c’è chi vede in questo solo esibizionismo spinto al limite, esasperazione di un offline insoddisfacente, carenze, mancanze, insufficienti stimoli “reali”. Ma a voler credere al filosofo greco, che qualche cosa giusta deve averla detta, non è che l’attualizzazione di un bisogno che è nella natura umana, come dire: cambiano i mezzi, non le necessità.

sosyalmedya (1)

Finiamo così col celebrare e scomporre la vita su pagine Facebook, immortalarla su Instagram e commentarla su Twitter – per parlare di tre dei social network a cui la maggior parte di noi è iscritto; condividiamo i momenti fondamentali per trovare affermazione o conforto. I momenti fondamentali delle nostre vite, e quindi anche la morte.

Ma come entra la morte nell’online?

Il caso di Brittany Maynard è stato solo uno degli ultimi a rimbalzare sui social, alimentando un dibattito sociale difficile e accesissimo sull’eutanasia. Vi ricordate di lei? Brittany è la 29enne americana che, sapendo di essere condannata da una malattia terminale, ha deciso di andarsene nel modo per lei più dignitoso, decidendo la data della sua morte e tenendo in costante aggiornamento la sua pagina Facebook negli ultimi mesi della sua vita.

Il suo ultimo post ha commosso il mondo: «Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità a fronte della mia malattia terminale, di questo terribile cancro al cervello che si è preso così tanto di me, e che si sarebbe preso ancora di più. Il mondo è un posto bellissimo, i viaggi sono stati i miei più grandi maestri, i miei amici e la mia gente sono i più generosi. Ho tante persone attorno a me persino adesso, mentre scrivo… Addio mondo. Diffondete energie positive. Fate del bene agli altri!». Migliaia sono stati i tweet che parlando del suo caso hanno discusso di eutanasia e diritti; il suo ultimo video è stato visto 5 milioni di volte:

In questo caso la morte del singolo, da faccenda privata è divenuta mondiale; ma c’è qualcuno che possa parlare di esibizionismo fine a se stesso?

Vediamo un altro caso: quando si parla della morte di grandi star e personaggi pubblici, come cambiano le cose? Se l’importanza della solidarietà collettiva su cui il sociologo Emile Durkheim ha a lungo riflettuto vale certamente in moltissime circostanze – anche quando passa per i social – c’è chi potrebbe giurare il contrario. La figlia di Robin Williams, Zelda Rae, aveva scelto di condividere con i follower il suo dolore per la perdita del padre:

pic.twitter.com/UEtjQ1f2zS

— Zelda Williams (@zeldawilliams) 12 Agosto 2014

Alla notizia del suicidio, la rete ha saputo però essere impietosa offendendo, giudicando e facendo pesare le scelte del genitore su di lei. La reazione a tutto questo è stata, per Zelda, quella di sparire momentaneamente da Twitter e Instagram. Si è attivato allora il meccanismo inverso: la consolazione sociale che si sperava di ottenere non solo non c’è stata, ma è diventata una condanna per cui smettere di esistere in rete è diventata una necessità altrettanto forte per l’autoconservazione, l’unico modo per non sentirsi sopraffatti nella vita offline.

Ma quanto si può spostare il limite? Tralasciando i casi di estremismo annunciati via social, come quello di Anders Breivik per la strage di Oslo, sono state unaninamente condannate le scelte macabre – quasi sempre di giovanissimi, ma a volte anche di infermiere e professionisti – di postare selfie con il morto: una moda, quella sì, che di giustificazioni non ne ha molte. Anzi, proprio nessuna.

Qui si torna a un problema annoso, che vale tanto per la vita online che per quella offline: perché, se è vero che i social offrono nuove modalità di costruzione del mondo, quel mondo si costruisce prima di tutto nella real life di tutti i giorni. L’educazione, anche e soprattutto a temi sensibili e umanamente condivisi, è qualcosa che si impara prima della creazione di un account Twitter. Più che indignarsi per quello che si trova in Rete, bisognerebbe allora preoccuparsi di quello che tramite i dispositivi tecnologici, le app e i social network facciamo emergere.

“Internet non ci sottrae la nostra umanità: la rispecchia”, così Josh Rose.

 Come dire che non basta non parlarne online per rimuovere il problema, altrimenti dovremo arrenderci al fatto che solo chi è connesso è vivo.

E se la vita è in rete, di conseguenza lo sarà anche la morte. Per i miracoli ci stiamo attrezzando.

Bauman Brittany Maynard eutanasia facebook instagram Josh Rose morte offline online real life Robin Williams social network solidarietà collettiva twitter

Lascia un commento

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter! Riceverai aggiornamenti con tutte le notizie più interessanti dal nostro Blog.

Hub09 - Brand People

Categorie

  • Arte
  • Curiosità
  • Design
  • Editoriale
  • Gadgettistica estrema
  • In Evidenza
  • Packaging
  • Scenografie urbane
  • Social & Marketing
  • Storie
  • Street
  • Varie
  • Video

Cerca nel blog

Ultimi articoli

13 febbraio 2018

Viaggio nell'arte: dagli Egizi al Futurismo in un minuto e trenta

16 gennaio 2018

In viaggio! Le mete da non perdere in questo 2018

21 dicembre 2017

Emozioni in un video: gli animated short film più belli del 2017

30 novembre 2017

Corsi online per creativi: chi di voi è sempre sul pezzo?

10 novembre 2017

Il social è femmina. E a volte fa anche molto ridere!

30 ottobre 2017

Social news: a novembre cadono le foglie e i social ci inondano di novità!

HUB09 S.r.l. - Corso Casale 297 Bis - 10132 Torino - P. IVA: 10184150018 - Cod. REA: TO-1112143 - Tel: 0118994766 - Email: [email protected] - PEC: [email protected] - Codice destinatario: SVXEWK3 - Privacy & Policy