Un’arca di Noè arenata nel cortile di un robivecchi: così appare la casa di Keigo Sakamoto – contadino, ex operatore socio assistenziale e cittadino della regione di Fukushima – che all’indomani del’incidente nucleare dell’11 marzo 2011 ha disubbidito all’ordine di evacuazione ed è rimasto nella zona contaminata, svuotata dei suoi 300.000 abitanti ma ancora popolata da centinaia di animali abbandonati, affamati e inselvatichiti dalle condizioni che hanno dovuto affrontare. Keigo ha scelto di restare per occuparsi di loro: ha percorso i villaggi e le città della regione, raccogliendo cani, gatti, galline, conigli, marmotte, e radunandoli presso la sua piccola fattoria ai piedi delle montagne.
Sono più di 500 gli animali di cui Sakamoto si prende cura: unico essere umano in uno scenario post apocalittico, in cui il “chiasso animale” della sua tenuta è circondato dal silenzio delle città fantasma.
La scelta di Keigo è una delle tante storie estreme in cui si è imbattuto il fotografo Reuters Damir Sagolj durante la realizzazione di un eccezionale reportage nelle terre giapponesi colpite dallo tsunami Sendai.
I servizi fotografici di Damir Sagolj su Fukushima sono visibili qui e qui.
Foto credit: REUTERS/Damir Sagolj
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